SUPERVENETO
SUPERVENETO SUPERVENETI
Il povero Arturo Lorenzoni, con l'ulteriore spinta (anche se non decisiva) che il Covid ha dato a Lukazaia, se ci si pensa ha fatto pure un mezzo miracolo. Ma la sua figura, di persona benintenzionata e tuttavia scialba, simboleggia la pochezza di chi l'ha mandato allo sbaraglio, una schiera di caciottari che dopo la memorabile prova dell'Alessandra Moretti non ha tentato per neanche mezzo secondo, di cambiare per tempo con sangue fresco lo zombie di centrosinistra. Di lavorare giorno per giorno per un ricambio non solo generazionale ma di personalità (spesso i giovani sono più vecchi degli anziani), per trovare un leader (sì, un leader, un capo vero, piaccia o no in politica va così, e nella politica-spettacolo ancor di più), un uomo o una donna che non fosse una scelta di disperazione all'ultimo miglio. Per non offrire ai cittadini la solita minestra riscaldata di banalità (il Veneto che vogliamo, il Veneto del futuro, il Veneto moderno: ma vogliamo cosa?, futuro quale?, moderno in che senso, che siamo così moderni che sogniamo il Tav che magna un sacco de schei, e per fare in treno Vicenza-Bassano tocca cambiare a Mestre o a Cittadella?).
Alessio Mannino - Ottobre 2020 - Post Elezioni Regionali 2020